Negli ultimi anni avevo iniziato già a seguire il mercato dell’esports, a fare piccoli investimenti, seguire altre startup. La scelta dell’esports è dovuta soprattutto alle affinità con le mie expertise in quanto ho riscontrato delle somiglianze con il mercato nel quale stavo operando già da tempo: l’influencer marketing. In passato, ho avuto la fortuna di intercettare il trend di una delle prime professioni completamente digitali, quella dell’influencer e oggi, vedo nell’esports tantissimi tratti di somiglianza.
C’è una trasposizione di qualcosa che è sempre esistito nel mondo reale, come i trendsetter, in un mondo completamente digitale, quindi una serie di nuove professioni da sdoganare come i pro-player, i coach, gli streamer; oltre all’utilizzo di nuove piattaforme come Twitch, che stanno cambiando un po' il modo di fare intrattenimento.
Da questo punto di vista ho iniziato a seguire il mercato dell’esports e a studiarlo da vicino, cercando di capire i diversi attori, le dinamiche e se fossero presenti startup interessanti sulle quali investire, così ho incrociato Mattia e Gianpiero che sono diventati due co-founder di 2WATCH. Quando ci siamo conosciuti, avevano creato una società che si occupava di tornei universitari di esports, tornei che avvenivano completamente in presenza fisica, senza un particolare asset digitale, così ho iniziato a seguirli e a dare consigli su come digitalizzare il loro business, soprattutto con la diffusione della pandemia nel 2020. Ed è in questa occasione che è nata l’idea di una piattaforma digitale e il progetto di 2WATCH e sono salito a bordo con Gianpiero e Mattia.
Allora, in merito ai numeri del mercato a livello globale si parla di due billion che diventeranno oltre tre billion e mezzo entro il 2025. In Italia invece i numeri sono ancora troppo esigui, non c’è ancora una quantificazione esatta del mercato perché è molto frammentato e non c’è una grande varietà di player al momento. Ci sono i team che sono una sorta di media house; gli organizzatori di tornei, focalizzati sull’organizzazione delle grandi competizioni come i chapter italiani e gli eventi internazionali come la “games week”; poi ci sono gli streamer/influencer che competono per l’attenzione dell’audience.
2WATCH invece, si posiziona in modo diverso rispetto agli attuali player, abbiamo visto che manca un punto di riferimento in grado di educare, avvicinare un’audience più ampia non ancora a conoscenza di questo mondo. Dunque immaginando una realtà sempre più game oriented, abbiamo pensato a un percorso che passasse dall’intrattenimento su Twitch, non solo gaming, fino alla gestione delle competizioni. In questo modo aiuteremo gli utenti a creare e gestire le competizioni autonomamente, tra loro, fino a selezionare le persone che vogliono svolgere quest’attività come mestiere. Da qui un percorso che possa partire da noi in collaborazione con i team con cui collaboriamo e che possa portare gli utenti interessati a diventare streamer, player, ecc… Ovviamente quando parliamo di gamer professionale non facciamo più riferimento al ragazzino che gioca ventiquattro ore al giorno ma a una persona che, al pari di un professionista, si allena, ha un mental coach, ecc…
Lo scenario nel quale ci stiamo muovendo è molto diverso dagli Stati Uniti, dall’Asia, che sono più avanti, in Italia invece ci sono ancora molti vuoti, si sta ancora cercando di capire il mercato, le sue potenzialità, i possibili ritorni. Dunque c’è bisogno di qualcuno che ne capisca e favorisca l’avvicinamento di chi è interessato ed è qui che stiamo cercando di posizionarci.
In realtà come primo strumento di finanziamento abbiamo scelto un “Convertible Note” e già all’inizio dell’anno abbiamo raccolto 450 mila euro da una serie di imprenditori, manager, angel investor che ci hanno dato un importante supporto strategico in vista della possibilità di andare in crowd. La scelta successiva del crowdfunding invece è dovuta a due motivi:
La scelta di utilizzare la piattaforma CrowdFundMe è avvenuta nel tempo. Abbiamo fatto una selezione in termini di audience, di tipologia di campagne e di compatibilità tra le nostre competenze interne e la tipologia di supporto offerta dalle piattaforme. Alla fine è rimasta una shortlist di tre piattaforme e sulla base delle offerte e degli accordi, ho scelto questa perché più delle altre poteva supportarci meglio in termini di promozione e di spinta sulla community. Infatti “CrowdfundMe” è una di quelle piattaforme che ha campagne effettivamente “crowd”, molte altre invece sono orientate verso investitori finanziari, noi invece volevamo una piattaforma che avesse un “crowd vero” perché volevamo una validazione dalla community.
Sono tre le principali aree nelle quali verranno investiti i fondi raccolti:
1. Sviluppo dell’intrattenimento, con il lancio di nuovi format originali
2. Sviluppo della piattaforma con l’inserimento di elementi di machine learning, di intelligenza artificiale e l’aggiunta di nuovi titoli
3. Lo sviluppo dell’area dedicata alla formazione e all’academy
Per il prossimo anno ci aspettiamo novità legate a questi filoni sui quali andremo ad investire. Abbiamo già dei format pronti per il lancio, abbiamo una sorpresa che a breve vi sveleremo e stiamo lavorando al lancio della prima “Collab House” in ambito gaming. In più, stiamo già lavorando “all’University League” del prossimo anno. Questa competizione ha generato nell’edizione scorsa oltre sette milioni di impression con oltre due mila partecipanti, ciò significa che è piaciuta molto all’audience, agli sponsor e quindi sarà un format sul quale punteremo molto perchè indentifica molto il nostro posizionamento
Come hai appena detto tu, al momento siamo focalizzati sul mercato italiano perché il progetto punta alla creazione di una community di base. Oggi il focus è consolidare quello che stiamo costruendo sul mercato italiano e poi pian piano vogliamo replicare questa espansione nei paesi europei che offrono opportunità similiari, come la Spagna che ha caratteristiche simili al mercato italiano. Infatti in Europa, oggi, la Germania è l’unico paese un po' più avanti, questo significa che ci sono tantissimi paesi che hanno molte potenzialità e offrono opportunità di replicare il modello.
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