Il progetto “Everywhere Tew “mira a far (ri)vivere tutti i luoghi meno conosciuti del nostro Paese attraverso i turisti e i (futuri) lavoratori da remoto che arrivano in Italia da ogni parte del mondo. Ne parliamo con Mariarita Costanza, CEO e Co-Founder di Everywhere Tew
Everywhere TEW - Travel Experience Work è un progetto che nasce a novembre del 2020, un periodo di grandi ripensamenti per tutti noi, dopo aver vissuto la difficile esperienza della prima ondata della pandemia, che ha rimesso in discussione un pò i nostri valori e le nostre priorità. Cosicchè niente più ritmi sostenuti, piuttosto un andamento lento e più sostenibile con un maggior equilibrio tra vita privata e lavorativa.
L'home working imposto durante la pandemia, sebbene sia stata un'esperienza alienante per tutti, ci ha reso consapevoli che si possa lavorare senza dover restare in macchina un'ora nel traffico (quando va bene in città) prima di arrivare in azienda. E' proprio in questo contesto che nasce Everywhere TEW, con la mission di valorizzare i territori ancora inesplorati del nostro magnifico Paese, metterli in rete e prepararli ad accogliere la Community mondiale degli smart worker, facendo così dell'Italia uno Smart Working Place a livello mondiale.
In Italia la prima esperienza di remote working, ovvero lavoro non in azienda, c'è stata durante il lockdown a seguito di una imposizione. Quello però era un'altra cosa. Lo smart working si basa su principi quali il lavoro per obiettivi e l'attenzione ai risultati. In Italia siamo un pò indietro su queste tematiche, seppure riteniamo sia importante parlarne per attivare e sensibilizzare le nostre aziende e gli stessi workers italiani.
La nostra offerta dunque si rivolge alle aziende estere e quelle italiane, siamo tuttavia consapevoli che in Italia c'è uno sforzo maggiore da mettere in campo, orgogliosi di farlo perchè stiamo contribuendo nel nostro piccolo a cambiare, evolvere, la cultura del nostro paese.
Entrare nell Circuito Everywhere TEW per un territorio significa valorizzare il territorio aprendosi ad una nuova figura di viaggiatore, con esigenze diverse dal classico turista.
Un viaggiatore generalmente con un livello socio culturale alto, con una professionalità elevata, con una spiccata sensibilità a tematiche ambientali e green. Sicuramente quindi per il territorio significa attivare un processo di evoluzione culturale del territorio stesso, attraverso una contaminazione da parte degli smart worker. In questo processo l'Ambassador territoriale ricopre un ruolo chiave nel processo di valorizzazione del territorio. Lo smart worker infatti diventa un cittadino temporaneo del territorio e per farlo è necessario immergerlo nella cultura e nelle tradizioni identitarie del territorio, che solo una persona innamorata della propria terra conosce, l'Ambassador appunto.
Per un'azienda attivare un percorso di smart working innovativo come il nostro sicuramente produce un maggior engagement in fase di selezione e una maggiore retention sui collaboratori, oltre al fatto di avere un clima aziendale di benessere che equivale ad un aumento di produttività per l'azienda stessa.
La vera sfida del progetto è proprio quella di portare innovazione non più solo nei grandi centri, ma anche nei piccoli centri e borghi.
E lo facciamo accogliendo in questi territori interi team aziendali che sono abituati a lavorare in ambienti smart e innovativi, a trattare tematiche relative all'innovazione.
Facendolo da questi posti, si innesca quel processo di contaminazione di cui parlavo prima. Così si genera progresso sui territori.
Purtroppo la pandemia ci ha riportati diversi anni indietro, cancellando l'avanzamento che nel tempo c'è stato in merito alla condizione della donna e alla sua presenza nel mondo del lavoro.
Credo però che, assodata la complementarietà dei generi e la consapevolezza nel valore della diversità in senso lato, sia necessario, oggi ancor di più, lavorare insieme, uomini e donne, a implementare le condizioni che consentano al genere femminile di recuperare lo svantaggio causato dalla pandemia.
Il Governo può sicuramente intervenire con politiche dedicate e rivolte a supportare la donna, anzi mi correggo, la famiglia nella conciliazione vita-lavoro, perchè già questo cambio di paradigma sarebbe un grande salto in avanti.
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