Il concetto di sostenibilità nasce negli anni '70, periodo in cui il mondo iniziava a prendere coscienza dei limiti ambientali delle risorse naturali. Tuttavia, fu solo nel 1987, con il rapporto Rapporto Brundtland delle Nazioni Unite, che si ebbe una formulazione ufficiale di sviluppo sostenibile, definito come: "lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni."
La sostenibilità, nata quindi nel contesto delle politiche ambientali, ha successivamente assunto una connotazione più ampia, integrando i concetti di “sociale” e “governance”: da qui il noto acronimo ESG (Environmental, Social, Governance).
Oggi, essere sostenibile rappresenta una scelta strategica irrinunciabile per le aziende che puntano a distinguersi e a prosperare nel mercato globale. Essere capaci di:
solo per citare alcune degli aspetti distintivi propri di una azienda sostenibile, garantisce un impatto positivo, provato, non solo sui risultati economici ma anche e soprattutto sulla continuità di business.
Oltre a quanto già menzionato, abbracciare i principi della sostenibilità presenta molti vantaggi che, a titolo esemplificativo e non esaustivo, possono essere riassunti nei seguenti temi:
La normativa internazionale sulla sostenibilità è in forte evoluzione. L'Unione Europea ha approvato nel 2022 la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), con l’obiettivo di aumentare la trasparenza delle aziende rispetto ai temi di sostenibilità. Questa direttiva va a sostituire la precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD), estendendo i requisiti di rendicontazione a un maggior numero di imprese, infatti:
- dal 2025 (anno fiscale 2024) dovranno redigere un bilancio di sostenibilità conforme agli standard CSRD gli enti di interesse pubblico e le grandi imprese quotate, già soggette a NRFD, che soddisfano almeno due dei seguenti requisiti:
- dal 2026 (anno fiscale 2025) l’obbligo si estenderà alle grandi imprese non quotate che soddisfano almeno due dei seguenti requisiti:
- dal 2027 (anno fiscale 2026) sarà il turno delle PMI quotate che soddisfano almeno due dei seguenti requisiti:
La CSRD richiede l’adozione dei nuovi standard di rendicontazione ESRS (European Sustainability Reporting Standards), sviluppati per uniformare nella UE i criteri di rendicontazione e migliorare la comparabilità dei dati.
In Italia, la CSRD è stata recepita, quest’anno, con il D.L.gs n. 125/2024, confermando così l'impegno, della nostra nazione, nell’armonizzazione delle pratiche di sostenibilità in linea con gli standard europei e rendendo questo importante valore un aspetto fondamentale per la governance e la competitività delle nostre imprese.
Un azienda che intenda seriamente intraprendere un percorso di sostenibilità deve dotarsi di un sistema di gestione strutturato che consenta di monitorare, rendicontare e migliorare le prestazioni sostenibili, stabilendo obiettivi chiari e processi verificabili per ridurre l’impatto ambientale e promuovere il benessere sociale.
Promuovere iniziative isolate in ambito sociale o ambientale senza aver sviluppato (o avere in corso di sviluppo) un Sistema di Gestione della Sostenibilità, rischia, anche con le migliori intenzioni, di poter essere interpretato come una mera azione di ESG washing, con effetti deleteri sulla reputazione dell’organizzazione.
L’ ESG washing, cioè la pratica di promuovere un'immagine di sostenibilità non supportata dai fatti, viene percepito, dall’intera comunità, come un approccio ingannevole, minando la fiducia degli stakeholder. Al contrario, un sistema di gestione strutturato e trasparente offre garanzie e supporta l'azienda nella costruzione di un futuro realmente sostenibile, accrescendo il valore percepito.
Un Sistema di Gestione della Sostenibilità è un insieme strutturato di politiche, pratiche e procedure che un’organizzazione implementa per monitorare, gestire e migliorare continuamente le proprie performance in ambito ambientale, sociale e di governance (ESG). Questo sistema aiuta le aziende a identificare e minimizzare gli impatti negativi delle proprie attività sull’ambiente e la società e a fissare obiettivi chiari misurandone i relativi progressi.
L’obiettivo principale di un Sistema di Gestione della Sostenibilità è favorire un approccio sistematico e integrato alla sostenibilità, che consenta di:
Grazie a un quadro strutturato e a un processo di miglioramento continuo, un Sistema di Gestione della Sostenibilità fornisce trasparenza e credibilità, aiutando l'azienda a operare in modo responsabile e resiliente nel lungo periodo.
In risposta al crescente interesse, da parte delle organizzazioni, ad intraprendere percorsi per lo sviluppo sostenibile, Accredia, l’ente di accreditamento designato dal governo italiano ad attestare la competenza e l'imparzialità degli organismi che verificano la conformità dei beni e dei servizi alle norme, ha approvato lo schema di certificazione SRG 88088:20 quale strumento per le organizzazioni che intendono implementare un Sistema di Gestione della Sostenibilità, dimostrando il loro impegno per la sostenibilità accreditata.
Lo schema, che integra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 dell'ONU, si sviluppa secondo il modello ciclico PDCA (Plan, Do, Check, Act), indirizzando l’organizzazione verso lo sviluppo e l’implementazione di un set di Principi Etico Sociali (PES) che favoriscono una gestione efficace della responsabilità sociale e della governance.
A tale scopo vengono stabiliti i requisiti che devono essere soddisfatti in ciascun ambito e attività organizzativa al fine di poter conseguire la relativa certificazione, rilasciata da parte di un Organismo di Certificazione accreditato (OdC).
Gli ambiti e le attività che vengono verificati sono:
Conseguire la suddetta certificazione rappresenta un importante traguardo per una azienda impegnata nella sostenibilità perchè dimostra che l’organizzazione ha implementato un sistema strutturato e affidabile per monitorare e migliorare costantemente le proprie prestazioni in ambito ESG.
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