Un argomento ricorrente nelle disquisizioni tra imprenditori è quello relativo alla “fortuna” o meno di una determinata impresa, magari di un conoscente o di estranei (in questo caso a volte, con un pizzico di invidia nei casi di successo). No, diciamolo subito che non è solo la casualità a determinare il futuro delle imprese, anche se a volte la sfortuna, cioè una serie di eventi particolarmente negativi, si susseguono e determinano una non felice evoluzione aziendale. Chi realmente determina il futuro delle aziende è spesso la proprietà e il suo management: per molti è una ovvietà, ma per altri non è ancora del tutto chiaro il motivo. Che sia un’impresa nei servizi, nel turismo, mercantile, innovativa, tradizionale, poco importa: è necessario che la sua gestione segua quasi matematicamente degli schemi necessari per governare il suo sviluppo e per consolidare il suo passato.
Il nostro Paese è caratterizzato da migliaia di piccole-medie imprese familiari che, purtroppo, spesso sfuggono dal seguire le impostazioni necessarie.
Che siano errori in buona fede o meno, poco importa: una gestione poco attenta alle innovazioni o distratta nella gestione finanziario/contabile, comporterà danni più o meno irreversibili la cui gravità dipenderà sia dal settore d’impresa (quindi, agenti esterni) sia dal grado di distrazione utilizzato nella sua gestione.
Questo breve documento può servire quale punto di riferimento per risvegliare le coscienze di quegli imprenditori convinti che un “padre padrone”, che in primis soddisfi le personali esigenze di comando, sia un buon viatico per un futuro di successo, rinunciando a occasioni di sviluppo con l’utilizzo di manager esterni.
Non è così.
LAVORARE IN SQUADRA
Delle tante asserzioni ascoltate nelle varie riunioni aziendali, questa è sicuramente la più utilizzata e abusata. E’ ovvio che l’Azienda può progredire con successo solo se il Team che la compone è affiatato e senza invidie o antipatie.
Quello che è meno frequente, è capire come fare in modo che questo succeda: se il General Manager è carismatico, può lui stesso gestire le naturali asperità
caratteriali dei componenti, diluendo gli attriti e agevolando interazioni necessarie alla costruzione di un solido Team.
Coinvolgere i partner in attività extra lavoro è una buona idea, per esempio. Al di fuori dei locali aziendali si è più portati ad aprirsi ed affrontare temi (anche personali) che possano rafforzare il feeling interpersonale. Bisogna altresì preoccuparsi di quegli elementi che sfuggono a queste iniziative.
Possono essere determinanti impegni familiari, certo, ma se il partner vede queste occasioni come un extra lavoro, allora significa che o il manager non è riuscito a creare il giusto ambiente, oppure che le antipatie, vero nodo limitante nello sviluppo di una squadra, giocano ancora contro.
Viceversa, deve anche avere il coraggio di affrontare temi meno facili come l’esclusione o lo spostamento di quegli elementi la cui gestione è difficile se non
impossibile. Un buon Manager deve saper gestire entrambe le situazioni, con
successo.
ABBANDONARE L’IDEA del PROPRIETARIO PADRONE
Dicevo prima, il nostro Paese è formato in gran parte da imprese familiari: facciamo qualche numero che ci fornisce l’ISTAT (2022)
Le microimprese in Italia sono circa 4 milioni e costituiscono il 94,8% delle imprese attive, ma rappresentano solo il 26,8% del valore aggiunto complessivo.
Questo significa che esiste una grande polverizzazione dell’imprenditoria le cui cause sono sicuramente da attribuirsi alla mancanza di lavoro endemica e al desiderio dell’italiano medio, di affermarsi e diventare “qualcuno”. Tutto bene e comprensibile, ma sicuramente ciò facilita la creazione di tantissime microaziende con qualche decina di dipendenti, gestita quasi sempre dal “capo” in maniera solitaria e senza la giusta conoscenza necessaria. Bisogna quindi accettare di rinunciare a quella obsoleta immagine di “CAPO” a favore di quella del TEAM di GESTIONE, ognuno con le proprie responsabilità e con incarichi diversi.
Alla fine il “CAPO” potrà anche scoprire che è più rilassante gestire la propria attività condividendo le scelte come i successi e gli errori. Certo, non tutti saranno in grado di ammettere e accettare una modifica così profonda e per questo, un aiuto dall’esterno potrà essere d’aiuto in questo passaggio forse difficile, ma necessario se si ha a cuore lo sviluppo e il futuro della propria attività. E non è detto che si debba applicare questa modifica immediatamente, sicuramente occorre prima un periodo di correzione istruttiva del proprietario e poi, con gradualità, l’introduzione delle modifiche gestionali.
GRATIFICARE CHI RENDE, AIUTARE CHI SBAGLIA, e aggiungo “Elogia in pubblico, riprendi in privato”.
Riprendendo il discorso del TEAM GESTIONALE, occorre far proprie delle modalità interattive utili alla costituzione della famosa “Squadra” che dovrà far crescere l’azienda. Per disabituare tutti (proprietario e dipendenti) dall’idea di una vecchia gestione del “padre padrone”, bisogna con assoluta fermezza evitare atteggiamenti e comportamenti che riportano indietro le lancette dello sviluppo aziendale.
Un collaboratore ha avuto una bella idea, oppure ha lavorato bene in un task? Elogiamolo senza però ferire gli altri, quindi senza frasi e atteggiamenti eccessivi che possano generare invidie negli altri. Usare frasi come “siamo una quadra, oggi hai aiutato tutti a crescere” può essere d’aiuto in questo.
D’altra parte, se un collaboratore sbaglia non bisogna MAI riprenderlo duramente in pubblicò, né chiamarlo nel proprio ufficio con impeto: è un chiaro preludio ad una ramanzina ed è equivalente a farla in pubblico.
In sintesi, un buon General Manager deve essere stimato, non temuto. AVERE APERTURA MENTALE verso LE NUOVE TECNOLOGIE
Le microimprese sono le più recalcitranti nell’applicazione delle nuove tecnologie e non solo per motivi economici ma più spesso a causa di una banale ignoranza del “Capo”. In genere si è diffidenti verso i temi non conosciuti ed è questo il principale motivo per qui le microimprese non riescono ad evolversi
Errore gravissimo, oggi è possibile migliorare il rendimento aziendale e il lavoro dei collaboratori spendendo cifre assolutamente accettabili, ma migliorando
grandemente sia l’immagine esterna, che i flussi operativi interni.
A volte si commettono errori ancor più grandi affidando questa evoluzione ad un familiare, spesso giovanissimo e figlio del “capo” nonché ritenuto esperto perché accanito utilizzatore dello smartphone e del PC. Anche se questo non è sempre vero (ho visto ragazzi davvero in gamba far evolvere la cultura informatica di diverse piccole aziende) bisogna avere lo spirito critico per capire se il familiare di turno sia davvero in grado di assolvere al ruolo richiesto, considerando anche che essendo un familiare, risulterà difficile responsabilizzarlo o lamentarsi se le cose non andranno come previsto.
ESSERE SEMPRE DISPONIBILE AL RINNOVAMENTO
Le nuove tecnologie governano meglio i flussi aziendali e l’immagine della propria struttura, ma occorre anche mettersi in gioco nel “core business” dell’azienda. Siete sicuri che non serva rivedere il prodotto o i servizi che offrite al pubblico?
Cosa fa la concorrenza? Cambia strategie e offerte nel tempo o è come voi, ferma da anni nella stessa offerta?
Questo dipende dal settore ma generalmente è possibile analizzare il mercato di riferimento per applicare quelle piccole modifiche che potrebbero determinare un futuro migliore.
Di esempi ne esistono a decine, basta guardarsi intorno: merendine che diventano gelati, ecommerce che offrono servizi TV/Video ecc: basta avere uno sguardo più esteso e provare a giocare con la fantasia per poter concorrere al gioco del rinnovamento, un gratta e vinci con una percentuale di successo sicuramente molto maggiore.
ATTIVARE PROCESSI DI CONTROLLO AUTOMATICI
Nella gestione d’impresa non esiste solo il buon comando, ma anche il buon controllo. Nessuna impresa potrà progredire senza i necessari controlli nelle varie sezioni aziendali e un buon General Manager deve poter contare su report precisi e con cadenza periodica.
Tutto ciò difficilmente viene fatto in una piccola impresa: l’amministratore guarda il saldo del contro corrente e con quello placa le proprie ansie non sapendo che è un dato assolutamente falso rispetto allo stato di salute dell’azienda. Come sapete, è possibile avere un saldo inferiore ma un buon stato di salute grazie alle giacenze di magazzino e al progressivo ordini, viceversa un buon saldo ma un futuro non certo roseo se il magazzino è vuoto e gli ordini sono in forte calo.
Definire una reportistica che possa far capire con un colpo d’occhio il grado di salute dell’azienda non è cosa impossibile, né difficile. Bisogna solo che sia
disponga della necessaria volontà di sapere e non subire un futuro non di successo, disegnato dall’imprenditore.
ACCETTARE RILIEVI E CORREZIONI DALL’ESTERNO
Sono ben cosciente che tra il volere e il potere esiste una voragine determinata da fattori personali ed economici.
Se i fattori personali sono correggibili, a volte quelli economici hanno la capacità di fermare anche l’imprenditore più aperto: occorre quindi comprendere che alcuni piccoli costi che si dovrebbero affrontare oggi, si tramuteranno in opportunità un domani. La vostra azienda non si avvale della pubblicità? E’ un costo che poi vi porta fatturato ed è questa la chiave di lettura da utilizzare per comprendere la necessità di rinnovamento aziendale.
Siete recalcitranti verso un consulente esterno che vi dica chiaramente che alcune impostazioni da voi scelte, sono del tutto errate? Beh, fatevene una ragione e accettate il fatto che nessuno di noi detiene il dono dell’onniscienza. Come siete obbligati a contattare un medico quando avete un malanno, accettate il fatto che possa esistere un professionista esterno che proprio per il suo punto di visione, ha maggiori possibilità di identificare errori e suggerire
correzioni a voi utilissime. Se poi le suggerisce con simpatia, sarà anche più facile doverle applicare.
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