Stiamo parlando della SICUREZZA INFORMATICA, cioè tutte le attività che oggi si rendono necessarie al fine di tutelare il patrimonio informativo dell’azienda come ad esempio documenti aziendali, fiscali, commerciali o amministrativi, i dati dei clienti e dei fornitori.
Oltre a questa tipologia di dati ed informazioni, dobbiamo annoverare le opere d’ingegno informatico realizzate per conto dell’azienda, ovvero internamente. In pratica, l’intero patrimonio informatico che permette all’azienda di svolgere la propria attività.
Oltre ad assolvere a precise imposizioni legislative a tutela della Privacy, l’implementazione di un sano e strutturato piano di Cyber Security permette di ridurre ampiamente rischi di esportazione di dati verso l’esterno o, nei casi più gravi, la loro cancellazione causata da terzi, con le immaginabili ripercussioni sulle attività correnti.
Oggi, di fatto, tutto “viaggia in rete”, qualsiasi sia la tipologia di attività, si utilizza Internet per lo scambio di dati ed informazioni, per l’uso di applicativi o per la condivisione interna ed esterna.
Attività che oggi appaiono di routine e banali, apparentemente prive di rischi importanti. Nella realtà, in un’azienda priva di una struttura adeguata, è relativamente facile, se non elementare, permettere l’intromissione dall’esterno nella propria rete aziendale.
L’accesso dall’esterno ad una sede priva di tutele e sicurezze, espone l’azienda completamente alla mercé di chi, per un qualsiasi motivo che spesso concilia solo il piacere di aver violato un accesso (piacere che spesso è sistematico in ragazzi esperti con molto tempo a disposizione).
Il fatto che i nostri dati siano in possesso, o peggio, che possano essere cancellati completamente, dovrebbe far riflettere sulle reali conseguenze: in alcuni casi purtroppo le aziende sono state costrette a chiusure di medio/lungo termine per poter tentare una ricostruzione almeno parziale del proprio archivio.
Un caso eclatante che ha raggiunto le ribalte giornalistiche, è stato quello della Regione Lazio che, per una svista nella sicurezza, è stata oggetto di diversi attacchi con conseguenze catastrofiche.
Spesso nelle Piccole e Medie Imprese non è presente una figura dedicata, sia per la scarsa rilevanza apparente verso tale figura, sia per la difficoltà nel reperire collaboratori di fiducia con le necessarie qualifiche ed infine, per i costi che appaiono ai più, superflui.
Almeno fino a che non accade qualcosa di piu o meno irreparabile
L’implementazione della CYBER SECURITY deve rispettare dei protocolli di utilizzo e delle variazioni tecnologiche alla propria rete informatica.
La variabilità delle modifiche dipende sostanzialmente dal tipo di Azienda, dal suo utilizzo delle risorse Internet, e dall’insieme della struttura tecnologica.
Per questi motivi è necessaria un’attività di analisi e poi successivamente attività di istruzione, applicazione e infine, adattamento. Tutte attività che debbono essere coordinate da personale interno dedicato ovvero, nel caso si intenda percorrere una strada più pratica e sicuramente meno onerosa, nella scelta di un Innovation Manager che all’interno di un intervento programmatico e funzionale, possa condurre l’Azienda verso una diversa consapevolezza del rischio e della sua risoluzione.
L’utilizzo di un Innovation Manager potrà risultare più che utile anche per una revisione degli interi processi informatici al fine di ottimizzarne l’impiego, non limitando la sua consulenza alla sola CYBER SECURITY.
A differenza dell’impiego di un dipendente interno, l’Innovation Manager offre maggiore flessibilità, minori costi (ancor di meno con l’impiego del Voucher a loro dedicato da parte del Ministero dello Sviluppo Economico) e soprattutto l’autorevolezza che difficilmente si potrà raggiungere con l’utilizzo di un dipendente, perché gli Innovation Manager sono figure esterne dotate di esperienza certificata e pluriennale che gli permettono di essere maggiormente seguiti dagli altri dipendenti, a differenza di un loro pari grado.
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