1. Come districarsi nelle nuove normative e principi di rendicontazione?
Gli ESRS, gli ISSB, i GRI Standard, sono principi di rendicontazione non finanziaria.
I primi sviluppati dalla Commissione Europea, i secondi dalla IFRS Foundation (International Financial Reporting Standards), i terzi dal GRI (Global Reporting Initiative) organizzazione internazionale indipendente che ha sviluppato uno dei più diffusi standard al mondo per la redazione di report sulla sostenibilità.
La strada dei principi da adottare, per le Aziende italiane, rappresenta ancora una scelta autonoma, almeno sino al 2028.
Questa scelta, tuttavia, pesa considerevolmente sulla qualità della comunicazione di un Bilancio di Sostenibilità che l’Azienda intenda adottare.
2. Quali sono i must to have di un buon Bilancio di Sostenibilità?
I rischi, le opportunità e gli impatti legati alla Sostenibilità lungo tutta la Catena del Valore, a monte e a valle. Lo richiede la Comunità Europea, anche contemplando un’introduzione graduale nei Bilanci delle Aziende del territorio europeo. Anche per gli ISSB ed i GRI Standard, l’Azienda è tenuta a rendicontare informazioni lungo tutta la Catena del Valore.
Le informazioni di rilevanza finanziaria. Gli ESRS, gli ISSB ed i GRI Standard prescrivono, con differenti livelli di profondità dell’informazione, di fornire dati aggiuntivi sulla materialità dell’impatto, rilevanti anche per Utenti rappresentati dagli Investitori e dal Sistema Bancario.
L’ESRS e l’ISSB sono allineati alla Taskforce on Climate-based Financial Disclosures (TCFD) e legano la rilevanza dei dati aggiuntivi proprio sugli eventi, interni ed esterni, basati sul cambiamento climatico.
3. Dove punta la nuova compliance di Sostenibilità?
Le nuove normative GRI Standard ed ESRS si rivolgono a tutte le Imprese che redigono, obbligatoriamente o volontariamente, il Bilancio di Sostenibilità.
La pianificazione di un Bilancio di Sostenibilità deve partire da un ESG Assesment, con la finalità di esprimere i risultati sostenibili dell’Azienda nel medio periodo. Un assessment punta ad ottenere un punteggio da comparare con i risultati futuri a supporto dello sviluppo aziendale sostenibile.
Il fine di un Bilancio di Sostenibilità è rappresentato infatti dalla transizione verso Stili d’Azienda più rappresentativi delle necessità umane in tema di Società Civile, Prosperità, Ambiente.
Non conta il punto di partenza ma il punto di arrivo!
4. Quali sono i temi più rilevanti, secondo te, in un cammino di Sostenibilità?
Una Consumer experience sostenibile (nuove CX).
Ciò vuol dire rinnegare scorciatoie e compromessi, comunicare un comportamento condivisibile ed adottare un linguaggio comprensibile, fornendo dati e informazioni a sostegno delle affermazioni, disclosure, rifiutando pratiche di greenwashing.
Una pianificazione di People Management, Talent & Organization,
I Dipendenti ricercano culture che integrino la sostenibilità nel quotidiano, con l’obiettivo di migliorare il modo di lavorare.
5. Quale è il futuro del Bilancio di Sostenibilità?
Il futuro è nell’integrated thinking. Nella volontà di condividere e coinvolgere tutti gli Stakeholders aziendali.
Il Capitale dell’Azienda non è più contenuto in voci esclusivamente finanziarie ma rappresentato dalle capacità Organizzative, Intellettuali, Umane, Relazionali, Naturali.
La struttura di tale Bilancio è disciplinata dall’International Integrated Reporting Council e dal World Intellectual Capital (Assets) Iniziative.
L’Integrated Report rappresenta un Documento strutturato secondo Principi Guida e Elementi di Contenuto precisi e già alla portata di tutti.
L’Azienda ne beneficia in termini di comunicazione, reputazione, rapporti con enti bancari ed investitori.
Considerazioni finali
Il Digitale ha incrementato i momenti di confronto e l’interesse dei Consumatori verso informazioni e dati è divenuto argomento per divulgare Sostenibilità in un percorso virtuoso di Coinvolgimento Costante e Continuo
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