Alcune valute soffrono delle decisioni e dei comportamenti di politica macro-economica e militare.
Consideriamo ad esempio il Rublo.
Fino a pochi anni fa erano pochissime le Banche italiane in grado di offrire un servizio di copertura Euro/Rublo, viste le difficoltà di gestire fisicamente il possesso dei Rubli e l’impossibilità per l’impresa di accendere un conto valutario in Rubli.
Lo stesso Rublo, ha patito un'oscillazione fortissima a causa della politica di austerità condotta dal Premier Vladimir Putin. Nell’ultimo biennio infatti, il Rublo è passato da un massimo di 60 Rubli per 1 Euro, ad un minimo di 80 Rubli per 1 Euro.
Ciò innegabilmente si traduce nell’impossibilità, spesso, di gestire un’erosione dei margini aziendali che ha condotto, empiricamente, alla vanificazione del 25% dei risultati commerciali attesi. Una buona copertura del rischio cambio assicura dalla possibilità di vanificare, o addirittura condurre in perdita, un’attività di esportazione verso Paesi con valuta instabile.
Molto spesso si sceglie di procedere ad una copertura parziale del rischio assunto, in una quota variabile che tenda a difendere il Costo del Venduto e gli oneri di viaggio e daziatura.
Tale policy risulta vantaggiosa per i rapporti di lunga durata e con forniture periodiche perché alleggerisce la posizione economica dell’esportatore in termini di gestione ed oneri associati alla copertura cambi.
La nuova compliance italiana impone di documentare agli stakeholders aziendali il proprio profilo di approccio al rischio cambio.
La differenza tra un profilo “di copertura” ed un profilo “speculativo” risiede in pochi fatti dimostrativi del comportamento. Vediamo i principali:
Attualmente, ad esempio, molto strumenti “in leva” sono attenzionati dai controllori aziendali (Revisore, Collegio Sindacale, ecc) perché privi del requisito della semplicità.
Esiste infatti la possibilità di sterilizzare gli effetti di una copertura rilevatasi anti-economica, ancorché profondamente valida se vista dal profilo di difesa dei margini aziendali di produzione e vendita.
Tali strumenti, validi su alcune delle valute piu diffuse (dollaro, Yuan cinese), spesso poco pubblicizzati dalle controparti bancarie, permettono di scaricare il rischio su un orizzonte temporale piu o meno ampio, diluendone l’effetto economico.
Ci sono numerosi elementi da considerare quando ci si approccia ad un mercato estero; tra questi, i cinque suelencati rappresentano utili suggerimenti per evitare alcuni degli errori più comuni che possono condurre ad un’erosione dei margini aziendali ed a compromettere il Conto Economico dell’intera attività.
La gestione dei rischi aziendali, in particolare dei rischio cambio valuta, rappresenta innegabilmente un elemento imprescindibile a cui dedicare risorse temporali precise, non residuali, ai fini di difendere e ridurre il grado di incertezza già intimamente legato ad un approccio a mercati diversi dal nostro.
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